mercoledì 28 agosto 2013

I PROMESSI SPOSI

"  In questi giorni ferragostani duemilaetredici, riguardo vecchie cassette VHS ( fra un po' si dirà antiche ) di vecchie trasmissioni televisive.
Dico di anni sessanta, il periodo glorioso della tv di bernabei
bianco e nero, un solo canale e teleromanzi a tutto spiano.
quale che se ne dica in quella fase democristiana  dei mezzi busti la rai era una azienda di produzione culturale di valore assoluto.
tutta una altra cosa del disvalore popolare delle tivù berlusconiane
soprattutto, oltre che nel varietà intelligente e di qualità ( si ricordi mina, il 'sabato sera', luttazzi e luciano salce, le gemelle kessler, gli ospiti: da mastrioannni a totò, da tognazzi a de sica ... e via dicendo ) anche nella traduzione televisiva di grandi romanzi: anna karenina con una stupenda lea massari, il mulino del po con valeria moriconi, maigret con l'insuperabile gino cervi e a me carissima la signora maigret intepretata mirabilmente da andreina pagnani, e ... ancora via dicendo.
se vi capita rivedete.
per esempio io i maigret li ho tutti e li ho rivisti tutti, taluni due volte.
quello che balza agli occhi subito è che sono recitati.
in modo straordinario si intende ed in ogni caso recitati.
le scene sono lunghe, da teatro. la voce è modulata, le accentuazioni dei caratteri e dei sentimenti sono resi dalla recitazione non dalla singolarità della inquadratura o dal ritmo che oggi a me pare spesso ossessivo laddove le battute degli attori durano lo spazio di una inquadratura.
ora se si può accettare che jubecca da guerre stellari possa esprimersi con una battuta è ben difficile che possa reggere in modo analogo,  il personaggio di nero wolfe offertoci da tino buazzelli negli anni ultimi dell'era d'oro dell'originale televisivo.
nessuno di noi ha intrapreso carriera registica o di recitazione e mi piacerebbe una discussione di merito sulla recitazione.
non si può dire infatti che ' la grande famiglia ' andata in onda con successo e da me vista poco ( ahimé ) non presentasse ospiti di assoluto riguardo da virna lisi a alessandro gasmann a stefania rocca.
ma la recitazione allora era diversa e portante.
cito fosco giacchetti nei miserabili con l'assolutamente inarrivabile bravura di gastone moschin nella interpretazione di jean valjean

vabbè sto divagando ...
andiamo al dunque

sto riguardando le otto cassette dei promessi sposi
bellissimo
una straordinaria interpretazione di tino carraro nel don abbondio, che parla italiano milanese ( come si conviene accidenti al manzoni ! e dei suoi panni sciacquati in arno che consentono a bolchi ( regista televisivo quale il migliore direbbe il manzoni con l'uso indicativo di quel - ... ehi ! quel giovine, ... ah quella mia povera giovane ! - ) di far recitare ad elsa merlini ( toscana pura ) la parte di perpetua, una che dovrebbe parlare al massimo dialetto, e pure di lecco neppure di milano.
nb: questa cosa di dare del pirla al manzoni per i panni in arno mi viene da gianni brera, però un po' condivido.
una straordinaria interpretazione di salvo randone nella parte dell'innominato
una super straordinaria interpretazione, francamente per me una sopresa per la presenza, di franco parenti nella parte dell'azzeccagarbugli.
una fenomenale intepretazione - breve - di cesare polacco ( l' ispettore rock che aveva commesso anche lui un errore non avendo usato la brillantina linetti - ... chissà che fine hanno fatto gli eredi, se ci siano mai stati peraltro, della famiglia linetti !? ... - ) nella parte del conte zio laddove concorda con il frate provinciale lo allontanamento di fra cristoforo dal convento di pescarenico.
e sergio tofano ( il sig bonaventura ) nella parte di don ferrante.

comunque sono bravi veramente sia castelnuovo nella parte di lorenzo ... che tutti chiamavano renzo ... sia anche paola pitagora che, perlatro, suscita, credo di raccogliere unanimità di consensi da parte del pubblico maschile, obiettive quanto immediate, diciamo così, curiosità di genere oltre alla parte che interpreta, al pari livello di lea massari bravissima nella monaca di monza.
ma di lea massari si ricorda, appena avviata alla maturità, senza gara con nessuna !!! in allonsanfan ( bello ma palloso ) dei taviani con mastroianni.
la storia non la ricordo più ma la massari sì.

beh ho ridivagato e mi scuso.

allora.
nei promessi lorenzo, ... che tutti chiamavano renzo ..., lascia il ducato di milano per rifugiarsi in terra di bergamo dal cugino bortolo.
passa la notte sulla riva lombarda dell'Adda e attraversa la mattina chiedendo un passaggio al barcaiolo.
in conclusione di capitolo c' è il passo, nella cassetta viene recitato dal narratore giancarlo sbragia, sul bel cielo di lombardia ...

ecco il punto.

siamo in seconda anno in cui si fa il manzoni nelle ore di lettere.
il tisso lo fece con un misto di professionalità ma anche di noia intellettuale, così almeno mi ricordo.
come se dicesse " si va bene il manzoni però cosa mi tocca fare ... "
un giorno avevamo fatto casino in classe ( sempre nei limiti del tisso, si intende ).
e lui dopo che un po' ci ha ripreso, dopo che un po' ci ha minacciato, alla fine ci punì.
non nel senso del " ... stia punito ! ... " chi io ? " .. eh non faccia finta di non sapere !? ... "
nel senso che ci punì veramente
facendoci imparare a memoria il pezzo conclusivo del capitolo del bel cielo di lombardia.
l'unica volta credo di una punizione, in fondo da bambocci
io studiai a memoria ed ero preoccupato.
ma il tisso no perchè interrogò.
e se non ricordo male - chiedo conferma, please ! - interrogò proprio givannino bai
il quale peraltro non se la cavò per niente male e recitò a meraviglia.
credo che altri furono interrogati, credo maria aita per esempio - richiedo conferma, s'il vous plait ! - ed anche loro non andarono malaccio.
io non fui e ringraziai la provvidenza.
insomma a me 'il bel cielo' è rimasto impresso, come si vede

un caro saluto a tutti.


carlo "

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