sabato 2 marzo 2013

VARUSKI


Ricevo da Del, che scrive:
 «Questi sono i Varuski, seconda liceo. La data mettila tu»
E già, facile... 1967-68?
Da sinistra: Klaus, Choerlie e Del. ma gli altri chi sono?


«Una Madeleinette mi rimanda un testo come: "camminavo, camminavo, non sapevo dove andavo ...".  
A parte la consecutio temporum selvaggia ("andassi"), mi sembra che più avanti il testo aprisse al refrain "Lola, non andare a scuola, basta una parola, balla il Charleston (ripetuto più volte con l'accento sulla o), che delizia, che passion". 
Si tratta di un altro segno di demenza senile o di una Madeleinette dalle solide fonti?»
[fs]

dunque la situazione è così
lì siamo in seconda liceo a carnevale
il teatro è quello della parrocchia di via previati (c/o amendola)
squadra di pallacanestro (io ho giocato in quella nella sezione allievi ed arrivammo terzi al campionato provinciale dopo lemonsoda ed oransoda) 'pentagono' per chi abbia avuto dimestichezza.
i varuski era il nome, non proprio brillante, che avevo proposto e sciaguratamente gli altri accettarono (citazione manzoniana della monaca di monza)
da sinistra appunto klaus (ho già raccontato del suonare insieme e della vicenda specifica), io appunto con il basso Eko comprato usato e che ho ancora perfettamente funzionante per ben lire 25.000 dopo ampia trattativa con il mio papà, del un po' in sovrappeso, ma già leader con maglione senza camicia e noi invece tutti precisini, carriero ( claudio ? ) cantante che poi finì a lavorare come commesso da bardelli e infine nella impresa di pulizie di suo fratello più grande, poi non so più, renne ( gianni ? quello della casa con terrazzo sulla quale suonammo all'aperto  prima dei beatles ed arrivarono i vigili a farci smettere ) alla ritmica da cui " ... abbassa renne ... " refrain che ci ha accompagnato per anni quando c'era del casino ( rumore ) di troppo, e il batterista di cui mentre scrivo non ricordo il nome.
del ricorda invece benissimo
provavamo nella sua cantina, villetta in via correggio
in quella fase avevamo ancora lui e non ancora garbari che era a tutti gli effetti altra cosa.
i pezzi erano tre e suonammo prima di chiudere il primo tempo.
neanche male quindi come collocazione.
erano 
una canzone dei nomadi traduzione di I want you di Dylan 
molto bella devo dire ( in cui c'erano i suonatori di organini e quindi il 'ti voglio' come ritornello).
la seconda ... mamma mia mentre scrivo non ricordo il secondo pezzo. 
non era ancora 'piccola katy' dei pooh e peraltro veniva benissimo.
il terzo era una canzone su mio motivo ( in realtà un insieme di accordi ) in cui c'era un inciso in cui si citava la antichissima, ante guerra si intenda, "lola tu non vai a scuola balli il charleston ..." e qui nel primo pezzo dell'inciso c'era una scala di basso, nel secondo un assolo di batteria.
non era male era fresca e faceva ridere.
credo di avere già raccontato dell'episodio ' ... che mi si è spento il basso'.
quale che sia andavamo forte
il testo non mi sembra fosse ' non sapevo dove andavo ', ma 'non sapevo dove andar'.
era molto emozionante e nn ero mai stato su un palco 
bellissimo

questa più o meno, ma più di meno, è la storia
un caro saluto a tutti in questi giorni tristi in attesa della catastrofe definitiva !
(per la prima volta sono autenticamente pessimista senza possibilità di scampo)
carlo basilio bonizzi

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