FESTE, VACANZE, MATRIMONI E FUNERALI.
Ricordo una o più feste a Bollate a casa di Lauretta (vista ieri sera!), da un
lato i compagni di classe e dall’altro i bollatesi.
Un capodanno a Baggio: Graziano si ubriacò quasi subito.
L’attesa del primo tram per tornare mi rammenta l’attesa in una sala d’aspetto
e non certo una festa. A casa Bottoni
aiutai Bobo a legare una coperta alla tapparella per fare il buio necessario
per ballare (era pomeriggio, ovviamente).
Ma clamorosa più di tutte una festa di Capodanno a casa
Calì: era la quinta? La casa fu completamente devastata… Ricordo Marina, Bobo Grassi, Marco, forse
altri ma c’era tantissima gente del VV non della classe.
La casa di Cusano, invece,
annessa alla fabbrica, aveva persino la piscina! Ma eravamo
piccoli. Molti anni dopo e per lungo tempo
frequentai quel posto che, dopo la chiusura della Gerli, divenne una galleria
d’arte, il Care Of, ora alla Fabbrica del Vapore.
Un concerto semiufficiale nel box di Del, più altre sessioni
di prova, nel ruolo di spettatore.
La mitica casa di Chiesa: non c’ero quando Mingozzi vomitò
in testa a Klaus… L’anno dopo in memoria
dei quell’episodio Klaus si lavò la testa con l’acqua della stufa: e secondo Silvana
era perfettamente sobrio! C’era Lauretta, decisamente poco sobria.
Sicuramente ho avuto parte attiva nella costruzione del
muretto di neve anti-veglione del grandhotel.
Sono stato più volte a Chiesa: dopo il gruppo d’élite sono
stato forse tra i più assidui. Ricordo Maura, Gabriella e un volta (una sola!)
persino Dezo. La sua casa di Camogli fu
molto frequentata negli anni a seguire,
da me Klaus e Del, oltre che Laura, ovvio, non so altri. Sia la casa di Coni
Zugna che quella di San Felice erano spesso
aperte, grazie alla apertura mentale dei genitori. Anche quelli di Klaus
erano molto aperti, però in quanto danesi, non in quanto comunisti! Grazie a loro conoscemmo gli esuli portoghesi:
il pittore José Barrias è un amico
ancora oggi. Andai due volte al Teatro Uomo, allora a Porta Ticinese, a sentire
il concerto di José Mario Branco. Vista l’eccezionalità del fatto ricordo la
presenza di Moschetti…
Tutti gli altri, a partire da i miei, erano piuttosto
piccoloborghesi, direi. Tuttavia mio padre, da bravo democristiano, mi faceva
il culo per la politica, ma mi difendeva con il Tisso.
Ogni tanto Klaus aveva una nuova casa di vacanza, e così
andammo a Brunate e sul lago Maggiore.
Poi Marco e Laura si sposarono. A casa loro si facevano
delle cene in cui Marco si esibiva nel suo piatto forte: il pollo alle
mandorle. Si facevano anche riunioni
artistico-politiche: una volta venne anche Gad Lerner, che lavorava a maglia
perché era alternativo.
Poi sono stato al matrimonio di Del e, molto dopo, a quello
di Klaus. E anche a quello di Paola, la sua fidanzata storica. (Ovviamente non
si sposarono tra di loro, Klaus con Chiara e Paola con Frederic). Non ricordo quello di Ogliuto e Carla… Carlo si sposò a Roma e per l’occasione organizzammo
una carovana. Della seconda volta ho saputo solo a posteriori. Carlo mi scrive
che ho avuto grande successo con sua moglie (la seconda): in quella
occasione - poche settimane fa - abbiamo fatto anche la conoscenza della nuova
moglie di Ogliuto… Al termine di uno stremante pranzo di matrimonio (credo di Del) io Klaus andammo al Parco Lambro al "festival del proletariato giovanile".
Poi c’erano i viaggi, quelli estivi: nel 73 fu la Sardegna:
io partii con Ciacco e un suo amico, con una 500 piena di spaghetti. Eravamo tantissimi. Al ritorno ci separammo:
Io Klaus e Graziano andammo in Basilicata con gli Sormy Six, che avevano un concerto
a una festa dell’Unità, e ci evitammo il bagno di sangue con i fascisti a
Tropea.
Nel 74 fu la Scozia e nel 75 la Norvegia. Ci fu anche una spedizione
pasquale a Piana degli Albanesi, a casa di Gino, il falso-cugino di Del, che
però forse non c’era?
Nel frattempo la famiglia si era allargata, non solo a
mogli, fidanzate, amici, fino ai soci agronomi-montanari della leggendaria
Agrotecnica.
Io e Del non ci siamo limitati a fare insieme anche
l’università, ma abbiamo fatto insieme anche il militare, a Como, Verona e a
Milano. Ma quella non era proprio una vacanza… (forse anche Ciacco ci raggiunse
a Como mentre eravamo in partenza per Verona… però con Ciacco l’Università l’abbiamo
fatta più insieme che non con Del).
L’ultima vera vacanza di massa fu in Danimarca, nel 1980, grazie
alla casa messa a disposizione dai soliti danesi: eravamo in tanti, ma della
classe c’eravamo solo io, Klaus e Laura.
In quel periodo andai ad abitare al Carrobbio: la mia casa
era sempre piena di gente, anche se non saprei dire con certezza chi la
frequentasse (di sicuro ci sono stati Klaus, Laura, Maura, Gabriella, Paola, Carla); e sicuramente
Gianni Ghelfi, che veniva a bussare la domenica mattina presto, svegliandomi : il
più delle volte se ne andava prima che io riuscissi ad alzarmi e andare ad
aprire…
Sono certo di avere continuato a vedere alcuni di voi anche
negli anni ottanta, novanta e nel nuovo secolo, ma le situazioni, salvo alcuni
casi, erano sempre abbastanza contingenti.
Negli ultimi due anni è capitato anche di incontrarsi a dei
funerali di amici, sempre legati a circostanze tragiche. Cazzo!
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